Oggi il Mattino, a firma di Paolo Barbuto, torna sul tema della vegetazione sulla collina di Posillipo, rasa al suolo per la senescenza dei pini attaccati dalla cocciniglia tartaruga e dalla cattiva gestione del verde della Giunta de Magistris.
Mentre la città assiste ad una messa a dimora importante di nuove alberature in tantissimi viali, su Posillipo si è aperta una discussione tra la Soprintendenza di Palazzo Reale e la comunità scientifica, per la quale il Comune di Napoli, con l’assessore al Verde Vincenzo Santagada, attende di venirne a capo per procedere a cancellare le tracce dell’orrore di anni di oltraggio al verde ed al paesaggio su viale Virgilio e strade attigue.
In sostanza la Soprintendenza per esigenze paesaggistiche, culturali e storiche chiede che vengano messi a dimora nuovamente i pini mediterranei e che siano anche posizionati nelle stesse buche, alla stessa distanza. La comunità scientifica si oppone a questa scelta sia per la varietà, che si è rivelata inidonea a crescere accanto alle carreggiate, sia per la troppa vicinanza tra una buca e l’altra che non consente all’apparato radicale di espandersi come dovrebbe.
A tal proposito è stata intervistata Benedetta de Falco, presidente del Premio GreenCare, che con il Comitato Scientifico dell’Associazione, è più volte intervenuta sul tema a partire dall’ottobre 2018, invocando trattamenti per salvare gli alberi e nuove metodologie per intervenire sul manto stradale, senza intaccare le alberature. Appelli inascoltati e raccolti solo dalla carta stampata.
Il presidente del GreenCare ha invitato a trovare un punto di sintesi sulla scelta di una varietà di pino diversa e più versatile all’ambiente urbano, ma ha sottolineato l’importanza delle cure da garantire alla pianta giovane nei primi tre anni di vita, affinché la vegetazione cresca sana e robusta.
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