L’anfiteatro neoclassico realizzato con siepi di bosso, tra le quali fanno capolino numerosi spettatori in marmo, ordinatamente seduti ai loro posti, ma distratti nel guardare la natura circostante, questo è il gioiello botanico, unico al mondo, con cui si presenta al visitatore curioso il magnifico giardino di Villa d’Ayala. Decine di busti marmorei, uomini e donne, più intenti ad ammirare la meraviglia del contesto botanico che il centro del palco, dove dovrebbe svolgersi lo spettacolo.
Siamo in terra salernitana e questo ottocentesco “Teatrino di Verzura” ben incarna l’atmosfera romantica ed elegantissima che l’aristocratica famiglia d’Ayala, marchesi di Valva, volle imprimere ai 18 ettari di parco che circondano il loro palazzo di famiglia: 600 metri quadrati con un’architettura fortificata su cui svetta una torre con gli smerli, in stile normanno.
Un prezioso polmone verde, arricchito da così tanti elementi scenografici, disseminati per l’immenso parco: grotte, fontane, fontanelle, innumerevoli inserimenti scultorei, divisi tra ninfe, puttini e draghi, ma anche un grande Ercole ed un Vulcano che batte il ferro sull’incudine.
Non si contano gli alberi centenari, provenienti da tutto il mondo, altissimi platani, aceri montani, lecci e castagni ma anche laurocerasi che si alternano ad elementi scenografici di grande impatto, come le cinque figure, in marmo bianchissimo, che rappresentano le arti: Musica, Canto, Danza, Scultura e Pittura. Ad impreziosire lo scenario contribuiscono anche altissime magnolie e cedri con funzioni decorative.
Si dipana un’atmosfera fiabesca ed a tratti labirintica, idonea per perdersi in un contesto silenzioso e magico: un giardino incantato, affidato oggi alle cure del Sovrano Militare Ordine di Malta che lo ereditò dall’ultimo marchese d’Ayala.
Molto interessante è un sistema di canalizzazione delle acque, forse già presente in epoca romana, come pure alcune grandi grotte, quale risultato di vecchi scavi per ricavare materiali da costruzione.
Se pensiamo che qui vi erano cervi e caprioli che popolavano il parco liberamente, possiamo comprendere l’inclinazione dei Marchesi d’Ayala nel rendere il luogo, già a partire dal 1108, ed almeno fino al 1951, un posto speciale con un forte impatto di riserva naturale. Tant’è che speciali sono stati anche tanti tra i suoi frequentatori dal passato fino al presente: da Giuseppe Bonaparte a Carla Fracci.
Il parco ha due giardini all’italiana, in uno dei quali ci sono anche pregevoli statue raffiguranti le quattro stagioni. Ma è l’elemento botanico a rapire il visitatore: il più bello spettacolo qui è la natura, spontanea o domata, in un’alternanza di grande impatto emotivo.
Per saperne di più: http://www.villadayala.altervista.org
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