Recuperati al decoro ed alla bellezza i Giardini della Principessa Jolanda a Capodimonte.
L’iniziativa, promossa e coordinata dalla Direzione generale del Museo e Real Bosco, in collaborazione con la Terza Municipalità Stella-San Carlo all’Arena ha previsto, come da tradizione, una pulizia straordinaria del verde con il coinvolgimento delle competenze dell’impresa Euphorbia srl, che ha in cura il parco di Capodimonte, affiancata dalle associazioni Amici di Capodimonte onlus e Premio GreenCare Aps, insieme ad altri volontari che vorranno dedicare parte del proprio tempo alla cura di un’area verde comune.
La storia dei Giardini della Principessa Jolanda di Savoia
Le scale che dal Corso Amedeo di Savoia congiungono la città di Napoli al Museo e Real Bosco di Capodimonte furono valorizzare dall’intervento dell’architetto, scenografo e paesaggista Antonio Niccolini che, tra il 1832 ed il 1836, le valorizzò, su commissione del Re Francesco I di Borbone, realizzando gli attuali giardini intitolati alla principessa Jolanda Margherita di Savoia.
La base della collina sino a quel momento era stata usata come mero sito d’estrazione di tufo, roccia vulcanica molto diffusa nel napoletano. Pertanto Niccolini si trovò a superare un duplice ostacolo: l’esigenza di abbellire l’area pur mantenendo la messa in sicurezza delle grotte. Così l’architetto propose la creazione di una “valle” attraversata da una maestosa gradinata con sedili e terrazzamenti a boschetto e nel in mezzo la messa a dimora di diverse varietà arboree. Vi si accede attraverso due grossi pilastri sui quali sono posti due canopi egizi in marmo e due ghirlande, su quella sinistra c’è la dicitura dei giardini, sulla destra gli stemmi del Comune e della Casa Savoia.
Tra l’imponente decorazione arborea spicca un Albero della Canfora, alto 20 metri e con una circonferenza di 388 cm, presente nel Registro degli Alberi Monumentali d’Italia (Campania – scheda n.24) per la sua speciale dimensione ed anzianità.
Un passaggio pedonale ombreggiato di rara bellezza.
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