Oggi si celebra la Festa dell’Albero.

In Italia esiste un Registro nazionale degli Alberi Monumentali dove figurano ben 32 “Patriarchi verdi” presenti nell’Area Metropolitana di Napoli.

Questi magnifici esemplari caratterizzano fortemente alcune aree verdi del nostro territorio e rappresentano uno stimolo a valorizzare la specificità del nostro patrimonio paesaggistico ed ambientale.

E’ un censimento in divenire che si realizza anche con il nostro aiuto: possiamo segnalare anche noi un albero monumentale da preservare, seguendo questa traccia dal sito dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania (http://www.agricoltura.regione.campania.it/foreste/monum/alberi_monumentali_index.html).

Sono alberi-sentinella attraverso i quali è possibile leggere il passato e le successive modificazioni intercorse, anche in virtù dei cambiamenti climatici. Alberi che racchiudono una speciale eredità biologica da custodire.

Tra questi lascia spiazzati la bellezza dell’Ulivo millenario di Cicciano con i suoi 1600 anni di vita e quel tronco pieno di ripensamenti, che s’innalza per 15 metri in un groviglio di rami. Le ricerche, sin qui svolte, ad opera del Corpo Forestale dello Stato, ci dicono che appartiene agli ulivi del Getsemani, presenti a Gerusalemme sin dall’epoca di Cristo.

Questa singolare mappatura ci fa scoprire che a Piano di Sorrento c’è un Cedro dell’Himalaya alto 18 metri, piantato al centro di un vecchio edificio scolastico oramai dismesso, ed anche che a Castellamare di Stabia sopravvive un maestoso Pino di Aleppo (22 metri), presente già nel 1765, quando Ferdinando IV di Borbone lo volle come “arredo” del giardino del suo Palazzo Reale di Quisisana. Oppure potremmo affascinarci per la storia di uno spettacolare Glicine che si dirama in sette lunghissme braccia, presente in una villa nella zona archeologica di Pompei (in prossimità dell’accesso di Porta Marina agli scavi di Villa dei Misteri) e che affonda le radici in un muro di epoca romana. E che dire, se non restare strabiliati, della bellezza dei due Alberi della Canfora presenti nei Giardini della Principessa del Museo e Real Bosco di Capodimonte e nel Cimitero di Miano. Il primo, piantato tra il 1832 ed il 1836 da Antonio Niccolini, è nei Giardini della Principessa Jolanda, il secondo, 30 metri d’altezza, 454 cm. di diametro, messo a dimora nel 1809 per volere di Gioacchino Murat.

Ed è una Palma gigante del Cile l’albero più antico presente nella Villa Comunale di Napoli, messa a dimora prima della metà del 1900 e proveniente dall’Orto Botanico di Napoli. Ma resiste in città anche un Cedro del Libano del 1619 che è visibile a Salita Pontecorvo nel Quartiere Avvocata.

Non ricordo chi disse: “C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”.

Nella Giornata Nazionale degli Alberi mi sembra lo spunto più giusto su cui riflettere.

 

Benedetta de Falco

 

Cedro del Libano, Quartiere Avvocata, Napoli

Cedro del Libano, Quartiere Avvocata, Napoli

 

Canforo del Cimitero di Miano, Napoli

Canforo del Cimitero di Miano, Napoli

 

Bosco canforo foto Alessio Cuccaro

Bosco Canforo, foto Alessio Cuccaro