Quando uno dei più amati scrittori di alberi in Italia Tiziano Fratus mi ha assegnato il compito di andare alla ricerca di un albero spettacolare – una araucaria – da lui avvistato dal Ponte della Sanità, mentre si recava a visitare il Real Bosco di Capodimonte, non me lo sono fatto ripetere due volte.
Armata della Nikon delle grandi occasioni, ho raggiunto la Chiesa di Santa Maria della Sanità per poi proseguire diritto, lasciandomela sulla destra. Innanzi a me già potevo vedere la cupola di Santa Maria della Vita con alle spalle stagliarsi l’apice del grande albero sagomato ad ombrello: l’araucaria, obiettivo della mia spedizione green. Ma erano visibili anche alcune grandi, altissime, palme Phoenix canariensis, in ottimo stato di salute.
Dopo un’ampia perlustrazione che mi ha portato ad inerpicarmi sul lato destro, in via Vita alla Sanità, in porzioni di città ancora agricole ed adibite ad agrumeto, e poi a ridiscendere per fiancheggiare sulla sinistra il complesso su via Sanità, fino all’incrocio con via Fontanelle, mi sono potuta fare un’idea del luogo esatto in cui dimorano le radici di questa magnifica araucaria.
L’albero è rinchiuso nel perimetro delle mura di quello che fu l’antico complesso monastico di Santa Maria della Vita, eretto nel 1577 su una persistente chiesta paleocristiana, dedicata al culto di San Vito, realizzato inglobando anche alcuni terreni agricoli della Masseria Ramirez. Il complesso fu, nel tempo, una fabbrica di porcellane con Giovanni Poulard-Prad ed annessa fabbrica di candele (Decennio francese – 1807), poi con il ritorno dei Borbone, a partire dal 1836 l’area fu destinata ad ospedale prima per i malati di colera e poi, alla fine dell’epidemia, un nosocomio per le donne, gestito dalle suore della Carità e denominato Ospedale San Camillo. Nel 1990 la struttura fu chiusa ed adibita, nella parte accanto alla Chiesa, a sede del Centro La Tenda per il recupero delle tossicodipendenze, e nella parte verso il Cimitero delle Fontanelle a RSA Fontanelle, una residenza per anziani disabili dell’Asl Napoli 1. Ed è in questa porzione di giardino, annessa alla RSA, che ha le radici la nostra araucaria che, per le dimensioni – alta circa 30 metri – e la storia del giardino, potrebbe avere un minimo di 150 anni.
Per le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria non è stato possibile accedere al giardino, in quanto nella RSA ci sono molti pazienti positivi al Covid, ma mi riprometto di tornare sui luoghi per scattare fotografie migliori e più dettagliate.
Nel frattempo candideremo l’albero ad essere inserito nel Registro degli Alberi Monumentali d’Italia, ma prima proporremo all’architetto Davide Vargas di inserire l’area nelle sue “narrazioni” del sabato per Repubblica Napoli.
Tutto vanificato, ci siamo svegliati e l’araucaria non c’è più, potata in modo assassino!!
Il suo dolore è il nostro dolore. Abbiamo denunciato alle autorità competenti