Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.
di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta
Andar per camelie nel mese di marzo
Quello che mi colpisce, ogni volta che decido di andar per camelie nel mese di marzo, è che tutti i giardini storici ed i giardini pubblici e privati della Campania che le ospitano possiedono piante rigogliose che conservano la loro bellezza nonostante in alcuni casi soffrano delle mancanza delle dovute attenzioni. Il terreno fertile della nostra terra, di origine vulcanica, ed il suo clima sono favorevoli alla loro crescita.
Il genere Camellia comprende numerose specie di alberi ed arbusti sempreverdi originari dell’Estremo Oriente.
Al genere appartiene anche la specie Camellia sinensis, originaria dell’Est della Cina, famosa in tutto il mondo perché dalle sue foglie, opportunamente trattate, si ricava il tè.
Il nome Camellia fu dato alla pianta dal medico e naturalista svedese Carlo Linneo, padre della classificazione binomiale, che assegnò agli organismi viventi due nomi, uno per il genere ed uno per la specie. Linneo volle ricordare con il genere Camellia il missionario gesuita e botanico George Joseph Kamel, il cui cognome fu latinizzato in Camellus secondo la moda del tempo. Nonostante si pensi che sia difficile coltivare una camelia, in realtà non è così, e le camelie allo stato spontaneo crescono in aree collinari e pedemontane in posizioni non troppo assolate. Il terreno deve essere acido, ricco di sostanza organica (humus), ed in questo ci possono aiutare le foglie delle piante, che una volta cadute sul terreno, vengono trasformate in humus dalla flora batterica, e quindi uno strato di foglie aggiunto al terreno, anche come pacciamatura, aiuterà la loro crescita. Altre raccomandazioni sono un buon drenaggio per evitare i ristagni d’acqua ed una posizione riparata dai venti dell’inverno e dal sole battente in estate.
Ho sempre amato le rose e non so spiegarmi perchè sia nata in me, una ventina di anni fa, questa grande passione per la camelia.
Forse perchè la forma del fiore è molto simile a quella di una rosa? Riflettondoci sono più che sicura che a conquistarmi sia stata la notevole varietà di forme della corolla e la distribuzione irregolare del colore sui petali che in alcune varietà crea strisce longitudinali bianche sui petali colorati, macchie colorate sui petali bianchi, macchie bianche sui petali colorati, macchie di colore come le venature del marmo o anche più irregolarità presenti contemporaneamente. I colori più frequenti sono il bianco, il rosa e il rosso, il giallo presente nella sfumatura chiara è raro. Le foglie sono lucide ed alterne, con margine dentato e consistenza coriacea. I fiori, solitari o in gruppi di 2-3, presentano un peduncolo corto, e possono essere, a secondo del numero di petali, di forma semplice, semidoppia, doppia irregolare, doppia regolare, a forma di anemone e a forma di peonia.
I frutti sono capsule globose, dapprima verdi, rosse a maturità, poi marroni e legnose una volta aperte dopo aver liberato i semi oleosi. La città di Caserta vanta un primato, l’arrivo in città nel 1786 del primo esemplare di camelia (Camellia japonica) a fiore semplice, di colore rosso, dell’Europa continentale. Si pensa che questa camelia fu portata in dono alla Regina di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, dal botanico ed esperto vivaista John Andrew Graefer che insieme a Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, realizzò uno dei giardini di paesaggio più belli d’Europa.
C’è una disputa ancora aperta sull’arrivo in Europa Continentale della prima camelia e nella contesa per il primato c’è insieme alla città di Caserta con il Giardino Inglese anche la città tedesca di Dresda con il Parco Reale di Pillnitz. Dagli studi condotti negli ultimi anni sembra proprio che sia la camelia casertana quella più antica. La Società Italiana della Camelia, l’International Camellia Society ed i Garden Club d’Italia, come il Garden Club di Caserta del quale sono socia onoraria, hanno contribuito tantissimo alla diffusione della conoscenza delle camelie e della loro bellezza, organizzando in molte città mostre e convegni.
Nel mese di marzo l’esposizione dei fiori recisi di questa specie botanica provenienti da giardini e siti storici pubblici e privati del territorio nazionale è forse il momento più atteso ed interessante per conoscere le diverse specie coltivate nei giardini e nei vivai che contribuiscono alla creazione di nuove cultivar (varietà coltivate).
Purtroppo a seguito della pandemia nel 2020 non si è potuto godere di queste esposizioni e domenica prossima 28 marzo 2021 in Campania si terrà un webinar dal titolo “La Camelia, una sovrana alla corte dei Borbone” con una relazione del delegato per la Campania della Società Italiana della Camelia.
La scoperta dei giardini di camelie è un momento di valorizzazione del territorio e delle città che li custodiscono e può diventare una risorsa turistica e produttiva se pensiamo anche alla possibilità di coltivare nei vivai le varietà di camelie più belle ed antiche.
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