Pubblichiamo il fondo apparso sul Mattino del 30 luglio 2020
Sono numerosi i parchi, i giardini, le piazze a verde di Napoli intitolate ad uomini che si sono distinti per il loro valore. Uno sguardo attento sulla città purtroppo ci restituisce una immagine degradata di questi luoghi che, con la loro bellezza, avrebbero dovuto sottolineare e far durare la memoria di chi ha speso la propria vita in una maniera eccezionale e tale da meritare una dedica pubblica. L’elenco è lungo: dal carabiniere che offrì la propria vita per salvarne altre, Salvo D’Acquisto, il cui monumento giace su un’ampia aiuola, delimitata da nastri bianco-rossi da cantiere, per far ricrescere un “prato del miracolo” perchè messo a dimora senza sistema di irrigazione, al campione di basket Kobe Bryant che all’Arenella è stato meritevole della intitolazione di un parco così degradato da essere oggi una redditizia piazza di spaccio e chiuso al pubblico.
E cosa dire dei busti degli uomini illustri che in Villa Comunale a Napoli devono combattere il degrado della secchezza di tutte le aiuole, ed a volte anche qualche principio di incendio, perchè questo parco storico è totalmente abbandonato a se stesso. In Villa ci sono busti che ricordano Uomini fondamentali della grande civiltà napoletana. Ne citiamo solo alcuni: Giambattista Vico, Pietro Colletta, Sigismund Thalberg, Enrico Pessina, Giovanni Bovio, Luigi Settembrini, Edoardo Scarfoglio, Francesco de Sanctis, Gioacchino Toma, Giosuè Carducci. Ma anche due tempietti dedicati rispettivamente a Torquato Tasso ed a Virgilio. Non se la passa meglio l’amatissimo Massimo Troisi: il parco che gli fu dedicato a San Giovanni a Teduccio è aperto ma nel degrado più totale. A Ponticelli il Parco intitolato al bimbo deportato in campo di concentramento Sergio De Simone ed uno dedicato ai fratelli De Filippo sono, per la maggior parte, incolte foreste. All’incuria del Comune di Napoli, che scarseggia in manutenzione del verde, si aggiunge l’inciviltà dei cittadini, alcuni dei quali arrivano finanche a vandalizzare i luoghi, in assenza di sorveglianza. A Fuorigrotta Vincenzo Tecchio è ricordato con aiuole infestate dai rovi, mentre Jacopo Sannazaro, nella omonima piazza, è ricordato con un cordolo di terriccio privo di vegetazione che sottolinea una vasca in cui la Sirena Partenope non ha più acqua su cui librarsi. L’elenco è lungo: basterà fare una ricognizione della città per rendersi conto di quanto sia diffuso ciò che denunciamo. Memorie oltraggiate dall’incuria alla quale si aggiunge, oggi, il vizio di questa Amministrazione di intitolare slarghi e vicoli a tante brave persone, consegnando i loro nomi e le loro biografie all’oblio del degrado, in assenza di ordinaria manutenzione della città. Laddove è possibile noi di Premio GreenCare proponiamo di oscurare tutte le intitolazioni, di provvedere a mettere su targhe e busti drappi neri in segno di lutto, fino a quando i luoghi non saranno idonei a ricordare degnamente le biografie di queste persone che hanno fatto grande Napoli, non solo tra i Napoletani, ma nel mondo. Coltivare il verde è coltivare la memoria.
Benedetta de Falco, volontaria e Presidente di Premio GreenCare
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