Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.
di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta
Nel “casino del boschetto con giardinetti secreti ” dimora la Rosa Grandi Giardini Italiani.
Nel Parco della Reggia di Caserta il “Bosco Vecchio” è un bosco preesistente al parco progettato sotto la direzione di Luigi Vanvitelli. Questo bosco, realizzato agli inizi del XVII secolo, completava l’insieme dei giardini della residenza della nobile famiglia degli Acquaviva, principi di Caserta, antenati di Michelangelo Caetani di Sermoneta da cui il re Carlo di Borbone aveva acquistato i possedimenti necessari per la costruzione della Reggia a metà del XVIII secolo. Quando lo percorriamo la senzazione che proviamo è quella di addentrarci in un bosco naturale dove lecci centenari, allori ed un fitto sottobosco accompagnano i nostri passi con il canto degli uccelli ed il calpestio delle foglie secche. Vanvitelli ebbe la grande intuizione di non stravolgere l’impianto dell’antico bosco e lo lasciò così com’era rinfoltendo la vegetazione già esistente. Egli conservò l’assetto dei viali che si dipartivano a raggiera in più direzioni e l’originaria destinazione del luogo quale meta di svago e di ristoro. Al centro del bosco scorgiamo uno splendido gioiello, una costruzione a pianta ottagonale, la Castelluccia, dono del principe Andrea Matteo Acquaviva (1594-1634) alla seconda moglie di origine boema Francesca Pernestain agli inizi del XVII secolo. Un canale d’acqua proveniente dalla Peschiera riempie il fossato che la circonda e sono ancora visibili, superato il cancello d’ingresso, i fori che alloggiavano un tempo le catene di un ponte levatoio che la collegava al bosco.
Superato l’ingresso si scorge un giardino posteriore che può essere raggiunto servendosi di una scalinata a due rampe. Nella Pianta generale della Dichiarazione dei Disegni (Luigi Vanvitelli, 1756, tavola I,) la “Castelluccia” è presente come “casino del boschetto con giardinetti secreti”. Nel 1769 il giovane Ferdinando IV di Borbone volle convertire la “Castelluccia” in un piccolo fortino per le esercitazioni militari dove organizzare finte battaglie terrestri. Dopo il decennio francese (1805-1815) con il ritorno dei Borbone fu lo stesso re Ferdinando a voler restaurare l’area del “Bosco Vecchio” e la “Castelluccia”. Quest’ultima riacquistò l’aspetto originario di casino sobrio ed elegante e nel giardino furono aggiunti elementi esotici come un cupolino cinese secondo la moda del tempo per il pittoresco. Nel giardino insieme agli agrumi, alle camelie, agli arbusti, ai rampicanti non potevano mancare le rose botaniche e le rose antiche.
Nel 2019 è stata messa a dimora una splendida rosa dono della rete dei “Grandi Giardini Italiani”, patrocinatore morale di GreenCare, di cui il Parco della Reggia di Caserta fa parte e la cui Presidente Judith Wade è tra l’altro componente del Comitato Scientifico e Giuria dell’Associazione Premio GreenCare. Questa rete accoglie al suo interno oltre 140 giardini visitabili in quattordici regioni italiane con l’aggiunta del Canton Ticino (Svizzera) e Malta. La rosa, chiamata “Rosa Grandi Giardini Italiani,” è stata ideata dalla famiglia Barni e pensata come un ricordo olfattivo dei roseti visitati nel periodo di massima fioritura nei mesi tra aprile e giugno. Essa appartiene alla famiglia degli ibridi di Rosa Tea ed i boccioli passano da un rosso vellutato ad uno cremisi man mano che la corolla si apre. I fiori dalle corolle doppie e grandi sono portati da steli lunghi dai 70 ai 90 cm. e continuano a rifiorire per tutta l’estate. Il profumo è intenso e ricorda quello della Rosa damascena. Il mese di maggio è finito e ritorneremo a parlare di rose il prossimo anno. Cerchiamo di piantare più rose nel nostro giardino perchè come diceva la scrittrice britannica di epoca vittoriana George Eliot pseudonimo di Mary Anne Evans: “Non pioveranno mai rose: quando vogliamo avere più rose dobbiamo piantare più rose”.
Scrivi un commento