Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.

di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta

 “L’Albero della Principessa”, la Paulownia tomentosa.

 Nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta, superato il lago con le due isolette al centro, si incontra un’area pianeggiante, chiamata Palco, tutta a prato ed alberi alti isolati. Passeggiando nel Palco ho sempre pensato a quanto gli alberi siano elementi paesaggistici importantissimi.

In quest’area del giardino Nicola Terracciano, direttore dell’Orto Botanico di Napoli e del Giardino Inglese, mise a dimora, dopo l’unità d’Italia, alberi esotici che oggi hanno raggiunto dimensioni spettacolari. Questi alberi liberi di crescere senza potature all’interno del giardino di paesaggio hanno espresso anche nel portamento il meglio di sé regalando ai visitatori la loro infinita bellezza.

In quell’area negli anni 90 del 1900 è stata messa a dimora una specie arborea esotica molto particolare, la Paulownia tomentosa, per completare la collezione di alberi esotici ornamentali di grande pregio. Le vistose infiorescenze della Paulownia che emanano un delizioso profumo di vaniglia mi ricordano un altro giardino, visitato più volte nell’agro pontino, il Giardino di Ninfa.

Questa specie fu introdotta nel Giardino di Ninfa intorno al 1960 da Lelia Caetani che aveva ereditato il giardino dal padre Roffredo nel 1950. Lelia fece piantare le Paulownia tomentosa vicino alle piante del genere Prunus e del genere Cercis, gli Alberi di Giuda, per creare degli effetti cromatici particolari tra le tonalità chiare delle fioriture delle cultivar di pruno, le tonalità accese delle fioriture dei cercis e le fioriture viola delle Paulownia.

Nella continua ricerca di specie botaniche nostrane ed esotiche, Lelia Caetani voleva creare, grazie agli accostamenti di colore delle chiome e delle fioriture, scorci pittorici naturali e senso

Giardino di Ninfa, Roma

riali visibili in tutte le stagioni. Dal 1986 si occupa del Giardino di Ninfa la Fondazione Roffredo Caetani ed ancora oggi questo giardino è un angolo di paradiso da visitare.

La Paulownia, nativa del sudest asiatico (Bangladesh, Cina, Indocina e Taiwan) è chiamata anche “Albero della Principessa”. Nel 1835 questo genere fu dedicato alla Granduchessa di Russia, Anna Pavlovna Romanova (1795-1865), figlia dello zar Paolo I, regina dei Paesi Bassi come consorte di Guglielmo II, sposato il 21 febbraio del 1816 nel palazzo d’inverno di San Pietroburgo. Quest’albero a foglie caduche può raggiungere un’altezza di 15 metri e la corteccia è liscia e grigia.

Le foglie ovate si presentano cuoriformi alla base e danno il nome tomentosa alla specie perché una peluria, “tomentum” in latino, le ricopre sia sulla pagina superiore, conferendole un aspetto vellutato, che sulla pagina inferiore dal colore brunastro. Le foglie grazie alla peluria riescono a trattenere le impurità presenti nell’atmosfera. Inoltre le foglie, lunghe dai 12 ai 30 cm, immettono nell’atmosfera grandi quantità di ossigeno, offrendo ombra e riparo dai raggi solari in estate.

I fiori tubolosi di colore viola chiaro sono raccolti in una infiorescenza a spiga che può superare i 30 cm di lunghezza. Le infiorescenze ricoprono la chioma da aprile a giugno e precedono la formazione fogliare, attirando le api grazie alla grande quantità di polline a loro disposizione. I frutti sono delle capsule legnose, ognuna costituita da due valve, divise al loro interno da un setto, contenenti fino a seicento piccoli semi neri dotati di un’ala membranosa. Le capsule sono ricoperte da una fitta peluria e quando sono scosse dal vento lasciano cadere i semi. Esse permangono vuote sulla pianta fino alla primavera successiva. Le foglie ed i fiori possono essere utilizzati in cucina. La sagoma della Paulownia, considerato albero sacro, era ricamata sugli abiti degli antichi imperatori giapponesi ed era presente nello stemma araldico di molte famiglie nobili.

Il legno è utilizzato per tutti i manufatti che richiedono proprietà termoisolanti, acustiche ed igroscopiche come gli strumenti musicali ed il materiale da imballaggio nel settore alimentare.

Una breve considerazione sugli alberi, mentre scrivo il mio articolo, perché il 22 aprile è stata la Giornata Mondiale della Terra, l’Earth Day, il cui messaggio quest’anno è ripariamo e riabilitiamo il Pianeta. Un albero non è solo importante per i materiali che offre, per il suo valore economico, estetico o per l’immagine di sacralità che ha ispirato fin dai tempi antichi le diverse culture dell’umanità.

Un albero è anche benessere, più ossigeno, meno anidride carbonica, meno inquinanti, climatizzatore naturale, meno erosione del suolo, meno rumore e vento, più biodiversità. Un albero è memoria storica di una comunità. Piantiamo alberi con l’obbligo di investire nella loro cura e manutenzione ordinaria per usufruire dei loro molteplici benefici.

 

 

 

 

 

 

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