Noi del Premio GreenCare, che abbiamo fatto della cura del giardino l’elemento portante della nostra iniziativa civica, non possiamo non ricordare la principessa Uzza de Gregorio Cattaneo di Sant’Elia, venuta a mancare all’affetto dei suoi cari e di tutti gli appassionati cultori e coltivatori di camelie*.
Attiva presidente del Garden Club Napoli, sodalizio territoriale inserito nella più ampia Associazione Giardini Italiani – AGI -, si è sempre impegnata nella promozione della conoscenza dei fiori, dell’arte del giardinaggio e nella divulgazione dell’amore per la cura del giardino da lei ben incarnata con la sua dedizione al camelieto di Villa Giulia a Barra.
Un camelieto davvero molto speciale, inserito nel giardino di una dimora storica settecentesca, facente parte del circuito delle ville vesuviane – Miglio d’oro – che coronano l’area metropolitana di Napoli, verso il comprensorio vesuviano.
Un parco storico di famiglia, al quale la Principessa de Gregorio ha profuso le sue migliori energie, in cui la camelia non è l’unico elemento botanico: vi ritroviamo gruppi di cactus, yucca, banani ed altre essenze arboree che si accompagnano ad elementi decorativi: sedili di marmo e spalliere in piperno traforato su cui poggiano affascinanti busti in terracotta.
Non manca una vasca piena d’acqua per accogliere le ninfee e, sul fondo del giardino, un ridente boschetto di lecci, oltre ad un moderno pergolato in ferro per le passeggiate all’ombra ed un’ampia spettacolare serra in ghisa.
Uno scorcio del bel giardino è ritratto nella copertina de “I giardini segreti di Napoli” (Liguori Editore) di Patrizia Spinelli Napoletano, attuale presidente del Garden Club Napoli e tra i componenti della Giuria del nostro Premio GreenCare.
Uzza de Gregorio, che vorremmo ricordare come la Principessa delle Camelie, è stata protagonista di una indimenticabile stagione della “Mostra della Camelia in Campania” che negli anni d’oro si è tenuta a Villa Pignatelli, realizzata assieme alla Delegazione Campana della Società Italiana della Camelia e in accordo con il Polo Museale della Campania. Un evento riuscitissimo, al quale la Principessa de Gregorio si è sempre dedicata con animo nobile: un’esposizione biennale delle camelie presenti nei giardini pubblici e privati, come anche nei parchi storici, mostrate in composizioni di fiori recisi, in cesti o vasi, con l’indicazione della provenienza. Ne scaturiva una sorta di delicato atlante della presenza della “camellia” in Campania che spingeva tanti visitatori alla conoscenza delle magnifiche varietà in cui, questo genere di origine giapponese, si riproduce. Se ne contano circa 250 varietà, tra le quali la più diffusa è la camelia japonica.
Nella camelia petali e calice si distaccano insieme dalla pianta dopo che il fiore è appassito, caratteristica originale per cui le camelie sono rappresentative dell’unione perfetta e della devozione eterna tra gli innamorati. Una specialità che non doveva essere sfuggita alla Principessa de Gregorio, innamorata e sposa felice del suo Ettore.
Sappiamo che al suo funerale, svoltosi nella Cappella di famiglia proprio a Villa Giulia, ha voluto che a tutte le signore fosse donato un ramo di mimosa del suo giardino: il fiore simbolo della lotta delle donne per l’emancipazione e la libertà.
Ci piace anche ricordare che nel film “Napoli 24”, lungometraggio collettivo realizzato per risollevare l’immagine della città durante l’emergenza dei rifiuti, la Principessa Uzza de Gregorio è la protagonista di un cammeo “La Principessa di Napoli” che le dedica il regista Paolo Sorrentino. Ella è rappresentata come l’ultimo avamposto di bellezza che resiste in una città ingoiata dal cemento.
Anche a noi del Premio GreenCare piace ricordarla così: per la sua pacifica resistenza sul fronte della natura, del paesaggio, del giardino, della bellezza, imbracciando una camelia.
Benedetta de Falco
*La Camelia “in Italia arrivò un po’ prima del 1780 portata proprio da un inglese, l’ammiraglio Orazio Nelson, quello che venti anni dopo al comando della Royal Navy distrusse la flotta di Napoleone, decretandone l’inizio della fine e dando all’Inghilterra il dominio dei mari di tutto il mondo per i successivi 150 anni. In quel tempo, il giovane ufficiale Nelson a Napoli aveva un’amante, Emma Lyon, moglie di sir Hamilton, ambasciatore inglese presso la corte borbonica. Alla sua amante Nelson fece dono di alcune delle prime piantine di camelia portate da Fortune e Lady Hamilton le regalò a sua volta alla Principessa di Borbone che le fece piantare nel giardino inglese della Reggia di Caserta. Avvenne che queste piante, nel clima casertano, attecchirono e crebbero senza problemi mentre le loro sorelle, che erano arrivate insieme dall’Oriente, in Inghilterra furono piantate in serra dove morirono e si dovette di nuovo importarle; per questo motivo, le Camelie più vecchie in Europa non sono in Inghilterra ma a Caserta. Le Camelie donate da Nelson sono ancora vive e si possono ammirare nel giardino della Reggia a testimonianza di un antico amore sia pure clandestino. Il successo più grande, però, la camelia non lo deve a un giardiniere ma a un romanziere: ‘Signora delle Camelie’, il romanzo scritto da Dumas figlio nel 1850 ebbe un enorme successo, reso ancora più grande da Giuseppe Verdi che da quella storia trasse lo spunto per scrivere ‘La Traviata’” (Francesco Vignoli). L’opera preferita dalla Principessa de Gregorio era proprio La Traviata (n.d.r.).
Mi spiace apprendere ora questa triste notizia…
Serbo un bel ricordo della Principessa Uzza, conosciuta una sera al San Carlo una decina di anni fa…
Era seduta accanto a me, ricordo mi offrì un drink nel foyer.
Fu molto cara, mi parlò molto delle bellezze segrete di Napoli e mi suggerì alcuni luoghi da visitare.
Rimase affascinata quando le dissi che ero un patologo vegetale e che studiavo le malattie delle piante.
Rimpiango di non essere andato a visitare Villa Giulia…
Mi invitò a visitarne il giardino, ma ahimè partivo il giorno successivo.
Che la terra le sia lieve…