Azione: Associazione impegnata nel verde
Associazione L’Albero delle storie, Scampia, Napoli
Davide Cerullo, fondatore
Nella realtà campana, ma in generale ovunque (per fortuna), sono numerose le associazioni che portano avanti progetti di recupero, restituzione ai cittadini e cura di luoghi abbandonati e degradati, che coltivano l’educazione dei più piccoli, attraverso il gioco e il tempo libero, che offrono opportunità d’impegno e occasione sociale a chi non ne ha: dai migranti agli ex detenuti ed a tutte le persone che presentano difficoltà varie. La storia di Davide Cerullo, e dell’Associazione L’Albero delle Storie che ha fondato, merita un apprezzamento speciale, tenuto conto della sua singolarità. È straordinaria, infatti, la decisione di Davide di tornare, dopo alcuni anni trascorsi al Nord, dedicandosi alla fotografia ed alla scrittura, nella sua Scampia e di impegnarsi per chi rischia di dover vivere un’infanzia come la sua, “senza sogni, senza favole, i cui valori non erano la gentilezza e l’altruismo ma il rispetto di regole non scritte, basate sul culto del denaro facile, dell’omertà e dell’oppressione”. Per sottrarsi a questo destino, che per molti è già segnato, Davide decide di costruire, coinvolgendo molte persone, uno spazio giochi fondato sul valore della lettura, ed anche questo non è così frequente, uno spazio magico di fiabe e di favole che, però, è anche un luogo molto concreto che in qualche modo ridisegna il quartiere e diventa una casa nella quale si può vivere e stare con gli altri, in un modo ben diverso dal contesto in cui ha vissuto lui: bambino dal destino segnato, solo e che non ha mai letto un libro. All’ombra delle Vele di Scampia, il giardino di Davide, nel quale si convive con piante, animali, libri, terra, rappresenta magnificamente il giardino di cui abbiamo tutti bisogno: uno spazio metaforico e reale insieme, di coltivazione e cura, di relazioni ecologiche e sociali, di esperienza diretta ed interazione con la natura, di benessere, cultura e creatività, di attivismo civico e resistenza estetica. (Il riconoscimento è accompagnato da 2mila euro di fondi)
Azione: Cura di un’area verde pubblica
L’esperienza del Parco Viviani (Vomero, Napoli): Comunità del Parco Viviani e N’Sea Yet
Un gruppo di volontari, con freschezza e creatività, si occupa con amore di un parco che, sorto agli inizi degli anni Novanta, ha conosciuto alterne vicende. La loro dedizione e costanza, con la rifunzionalizzazione degli usi originali, ha consentito e consente di usufruire di un polmone verde in un’area del centro della città di Napoli priva di altre strutture del genere. Tante sono le attività promosse e organizzate dalle due organizzazioni per dare vita allo spazio verde e fare comunità: ricreative per i bambini e adulti con letture ad alta voce, teatro e cinema all’aperto; sportive con momenti di ginnastica dolce; iniziative per chi possiede cani; nuove piantumazioni con la creazione di un frutteto, munito di impianto di irrigazione, pulizia delle aiuole e del belvedere. Tutto concorre a sostenere una pacifica resistenza di una cittadinanza attiva e propositiva che, al valore della cura volontaristica di un’area verde, unisce il valore di uno spazio green quale luogo delle opportunità sociali, dell’incontro, della condivisione e della coesione. Un valore aggiunto strategico che ha permesso, anche durante l’emergenza sanitaria, di rinforzare quel senso di comunità, così necessario alla vita dell’uomo. (I due riconoscimenti sono accompagnati da 2mila euro di fondi)
Azione: Cura di un’area verde privata
Due riconoscimenti ex aequo
Pietropaolo e Pina Scalzone per il restauro e la cura del Giardino del Palazzo Cocozza di Montanara, Piedimonte di Casolla, Caserta
La famiglia Scalzone ha affrontato con grande rispetto per la storia e per il patrimonio culturale del territorio, e con approfondite ricerche, l’intervento di restauro del giardino del Palazzo Cocozza di Montanara per riportarlo alle sue condizioni originali. L’attenzione ai dettagli è confluita nella scelta di professionalità competenti sui temi del verde storico, della botanica e delle tecniche di giardinaggio, così che oggi il giardino, ricreando una atmosfera unica e suggestiva, ha mantenuto il suo aspetto storico, recuperando il suo antico splendore. Grazie a questo impegno il giardino, in particolari giornate, è aperto al pubblico: i visitatori possono così godere della bellezza del verde, conoscere e riconoscere le varietà botaniche, imparare la sua storia e la sua importanza. Partendo dalla conservazione e tutela di un giardino, la famiglia Scalzone, con rara sensibilità e generosità, preserva un patrimonio di storia e di identità culturale di inestimabile valore.
ECO – BAT Spa, Marcianise, Caserta
L’azienda ECO – BAT Spa è un esempio virtuoso di collaborazione tra soggetti diversi che, nella cornice di un protocollo LIFE, straordinariamente efficace, ha realizzato un bosco aziendale con il quale si ottiene la bonifica di un terreno pesantemente inquinato, la sua rinaturalizzazione e si avvia la produzione di energie alternative. Vi è la capacità, la voglia, la consapevolezza di trasformare, di recuperare un’area privata, degradata e contaminata a seguito di attività industriali, in un bosco utilizzando sapientemente la Natura come elemento purificatore e restituendo alla collettività, in maniera indiretta, un polmone verde che contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria della zona. Se l’espressione “verde privato”, generalmente conduce ad immaginare un giardino dedicato al godimento di pochi, il bosco in fabbrica di Ecobat allarga questa visione e fa comprendere che, nelle attuali condizioni del nostro pianeta, non importa se si parla di un luogo privato o pubblico: ogni azione, dalla più piccola alla più grande, va condotta sulla base di criteri ecologici imprescindibili ed in favore del bene comune.
Azione: Arte contemporanea e verde
Madre Factory, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Quartiere San Lorenzo, Napoli
Il progetto riunisce in un piccolo cortile molti contenuti che danno sostanza all’essere membri di una comunità, sia per chi pensa e organizza le attività, sia per chi ne può usufruire. Con le attività di Madre Factory, un grande Museo s’interroga sulla sua missione, che viene riletta nella direzione di un’apertura anche ai temi del sociale e dell’ecologia, e lo fa proponendo un’azione di cura collettiva di un luogo nel quale, arrivandoci per un’esperienza artistica, tutti possono anche sperimentare in prima persona come può essere uno spazio pubblico, realmente condiviso, maturando così una maggiore sensibilità e consapevolezza, oltre che per il mondo dell’arte, anche per valori ambientali e di cittadinanza attiva, che difficilmente si imparano sui libri. Il Quartiere in cui si colloca il Museo – San Lorenzo – rende questa iniziativa ancor più utile e meritevole di essere maggiormente conosciuta e riconosciuta.